Agroecologia

Nel 1987 la Commissione ONU presieduta dalla norvegese Brundtland pubblicò un rapporto utile per un’agenda globale per il cambiamento.

E’ qui che viene introdotto per la prima volta il concetto di sviluppo sostenibile quale modello di crescita e progresso che cerca di soddisfare le esigenze attuali delle persone, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze. In altre parole, si mira a trovare un equilibrio tra sviluppo economico, benessere sociale e preservazione dell’ambiente.

In sintesi:

Il concetto di sviluppo sostenibile si basa su tre pilastri fondamentali:

  1. Sostenibilità ambientale: Questo pilastro implica la gestione responsabile delle risorse naturali, la tutela degli ecosistemi, la riduzione dell’inquinamento e la promozione di pratiche che non danneggiano l’ambiente. L’obiettivo è garantire che le risorse naturali siano utilizzate in modo che possano rigenerarsi nel tempo e che gli impatti ambientali delle attività umane siano minimizzati.
  2. Sostenibilità economica: Questo aspetto si riferisce alla creazione di un’economia che sia in grado di crescere in modo sostenibile nel tempo, senza esaurire risorse, senza creare squilibri finanziari e senza danneggiare il tessuto sociale. Ciò coinvolge la promozione di modelli di produzione e consumo efficienti, la promozione dell’innovazione tecnologica e il rafforzamento delle istituzioni economiche.
  3. Sostenibilità sociale: Questo pilastro è centrato sul miglioramento del benessere delle persone, assicurando l’equità, l’accesso alle risorse essenziali, la lotta alle disuguaglianze e la promozione di sistemi sociali giusti e inclusivi. Ciò implica garantire l’accesso all’istruzione, alla salute, all’occupazione e a una buona qualità della vita per tutti i membri della società.

Nel 2015 l’ONU,  in occasione del  Vertice sullo Sviluppo Sostenibile del 2015, che include 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals) e 169 target da realizzare entro il 2030, elaborò l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che venne adottata dai governi dei 193 Paesi membri ONU.

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile integra e bilancia i tre pilastri fondamentali originari dello Sviluppo Sostenibile ed elabora un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, che persegue il rafforzamento della pace universale e riconosce che sradicare la povertà, in tutte le sue forme e dimensioni.

L’Agenda 2030 è basata su uno spirito di rafforzata solidarietà globale per portare il mondo sul percorso della sostenibilità e della resilienza, in un viaggio collettivo in cui nessuno viene lasciato indietro. I principi guida dell’Agenda 2030 sono integrazione, universalità, trasformazione e inclusione

L’Agroecologia si muove in coerenza con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e rappresenta uno strumento importante per la realizzazione del Green Deal dell’Unione Europea, così come delineato nelle strategie Farm to Fork e Biodiversità, proposte dalla Commissione UE e approvate dal Parlamento Europeo.

Nello specifico, l’agroecologia rientra a pieno titolo nella nuova Politica Agricola Comune 2023-2027 per promuovere pratiche sostenibili in agricoltura ed è uno strumento essenziale per la ricerca e l’innovazione nei settori agro-alimentari, con particolare riferimento all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla tutela della biodiversità.

Tra non molto, l’agroecologia potrebbe assurgere al rango di scienza multidisciplinare e diventare uno strumento per cambiare i rapporti di potere nella società, valorizzando la dignità del lavoro, privilegiando i mercati locali e il territorio rispetto al commercio mondiale, tornando a considerare il cibo un diritto e la sua produzione soggetta a dibattito democratico.