Autonomia energetica

Per indipendenza energetica si intende la completa autonomia dalla rete pubblica, attraverso l’adozione di sistemi in grado di assicurare il proprio fabbisogno energetico. Si tratta di raggiungere la piena autonomia energetica da un modello di distribuzione e trasmissione centralizzato (quello dell’attuale rete elettrica), dove l’energia derivante da combustibili fossili e idrocarburi viene distribuita a cascata dalle grandi centrali elettriche ad alta e altissima tensione agli utenti finali tramite sistemi di distribuzione locale a media e bassa tensione con un processo che potrebbe potenzialmente implicare inutili sprechi di risorse.

L’indipendenza energetica consiste invece nell’uso di un modello di rete più capillare, piccolo e veloce in cui la produzione di energia diventa decentrata e permette di autosostenersi. Non solo, ma consente anche di ottimizzare l’intero processo di alimentazione elettrica abbattendo i consumi e i costi della fornitura elettrica. Quindi più risparmio energetico e meno sprechi.

L’autonomia va quindi intesa come una capacità di autosostenersi a livello energetico con una produzione domestica, o meglio locale, di elettricità e calore. Per raggiungere una completa indipendenza ci sono diversi passi da seguire: capire quanta energia è necessario produrre, riuscire a produrla interamente senza appoggiarsi al gestore nazionale e avere la possibilità di usufruirne al bisogno.

In questa corsa verso l’indipendenza bisogna innanzitutto essere consapevoli che non esistono trucchi o stratagemmi per ridurre le bollette, ma un approccio metodico di lotta allo spreco energetico che parte dalla valutazione dei propri stili di consumo energetico. Un’altra riflessione importante è che non è possibile farcela da soli, perché anche in questo caso è vero il motto “l’unione fa la forza”. Questo approccio rende evidente come la soluzione non sia assolutamente tagliare il collegamento con la rete pubblica, ma usarla con logiche diverse e trovare un nuovo modo per sfruttare le risorse che abbiamo per essere indipendenti.

La corretta prospettiva è quindi quella dell’aggregazione virtuale dei proprietari di impianti fotovoltaici e di sistemi di accumulo e di semplici consumatori in Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) per l’autoconsumo collettivo.

Attualmente un decreto del Ministero  dell’Ambiente e della Sostenibilità energetica (MASE) che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, attende il via libera della Commissione Ue necessario per la sua entrata in vigore.

Il Decreto MASE

• istituisce un regime di aiuto per il sostegno, nell’intero territorio nazionale, delle Comunità di energia rinnovabile e delle configurazioni di autoconsumo singolo e collettivo volto a perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030;

• disciplina le condizioni e le modalità per la concessione e l’erogazione di aiuti al funzionamento per la promozione delle comunità energetiche rinnovabili e delle configurazioni di autoconsumo singolo e collettivo;

• si applica fino al 31 dicembre 2024, ovvero, fino alla data in cui è raggiunto un contingente di potenza finanziata pari a 300 MW, qualora tale data risulti anteriore rispetto al termine del 31 dicembre 2024.